I cannibali sono difficili da definire: molto meglio cercare di elencare le loro caratteristiche, anzi le loro vere e proprie peculiarità. Affinché il ritratto esca il più efficace possibile, sarà opportuno parlare al singolare: IL cannibale!
Mai provata? Allora ascolta, caro lettore (contraddizione in termini): ti ricordi come andava a scuola quando si faceva il tema in classe? Guardavi il foglio bianco, che bianco restava per almeno un'ora e mezza, delle due che avevi a disposizione.
Adesso magari qualcuno si aspetta che io mi metta a tessere le lodi del "Ghibellin fuggiasco" e che io proclami la magnificenza della sua opera… E invece no.
Non fingerò rapporti di amicizia, né di buona conoscenza, con Raoul Casadei: non ci siamo mai incontrati, io sapevo poco di lui e lui non sapeva nulla di me, compresa la mia esistenza. È normale: la “star”, tra noi due, era lui.
Era bella, la passerella: scavalcava in scioltezza i binari ferroviari e ti proiettava al di là o al di qua degli stessi… Quindi o in piazza della Stazione (alias piazza Manzetti) o, all'opposto, quasi davanti alla portineria, anzi ad una delle portinerie, dello stabilimento Cogne.