Oggi in Valle d’Aosta è iniziato il nuovo anno scolastico.
«Sei emozionata?» ho chiesto ad una bambina di 10 anni, che stamattina sarebbe entrata in un’aula con su scritto «5ª».
«No, tanto è sempre la stessa cosa!» ha risposto sorridente.
E allora, buon anno scolastico!
Ai bambini e ai ragazzi che «tanto è sempre la stessa cosa», ma che ieri sera si sono addormentati tardi, agitati ed emozionati, rammaricati per la conclusione delle vacanze, con i compiti non terminati, ma felici perché rivedono i compagni e – chissà – ne trovano di nuovi, un po’ fieri di essere più grandi e di frequentare una nuova classe e, magari, una nuova scuola.
Ai genitori, per i quali la scuola rappresenta gioie e dolori, ma pur sempre un’opportunità di crescita, di socializzazione e di apprendimento per i propri figli, nonché di confronto con gli insegnanti, gli altri genitori, altre situazioni.
Agli insegnanti, che con il loro entusiasmo, il loro impegno, la loro fatica si spendono ogni giorno per cercare di offrire al mondo di domani uomini e donne più competenti, più consapevoli, più rispettosi e attenti, e tentano – a volte con grande fatica – di “sopravvivere” ad un oggi che li vede categoria sempre meno stimata e rispettata e sempre più rimbalzata tra mille pastoie burocratiche, situazioni impossibili, incertezze pesanti.
E a tutti quelli che nella scuola e intorno alla scuola lavorano per renderla migliore malgré tout e per dare ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che la frequentano un ambiente di lavoro sano, efficace, vivibile.
Buon anno scolastico!
Con la consapevolezza che, in fondo, non sarà la stessa cosa…
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