Dopo tre anni, torno a usare WhatsApp, soprattutto per lavoro. E ci sono delle novità!

 

 

PER capire il senso di questo articolo, cari lettori, devo chiedervi necessariamente di leggere quest’altro, pubblicato su questo blog a maggio del 2021: Perché abbandonerò WhatsApp in favore di Telegram. In questo modo potrete scoprire — specie se mi leggete da poco tempo — i motivi che, appunto tre anni fa, mi spinsero a migrare completamente da WhatsApp a Telegram.

Lo feci davvero. Nel giro di poco tempo avvisai tutti i miei contatti che, da lì in avanti, avrebbero dovuto scrivermi o su Telegram — che inviai tutti a installare — o con un normale SMS, poi disinstallai WhatsApp dal mio smartphone e smisi completamente di usarlo.

La situazione, tuttavia, durò veramente poco… Se, da una parte, molti dei miei clienti iniziarono come me a usare Telegram e tutti gli altri presero a comunicare via SMS, e allo stesso modo riuscii a “convertire” a Telegram tutta la mia famiglia e i miei amici, dall’altra parte mi trovai a fare i conti con una situazione che non avevo considerato: i gruppi! Eh già: come molti di voi (o forse come tutti voi!) faccio parte di alcune realtà sociali — bella questa definizione, vero? — molto diverse tra loro (il gruppo musicale Musicanostra, il coro della parrocchia e così via), ma tutte caratterizzate da un “denominatore comune”: i gruppi WhatsApp! E siccome ciascuna realtà sociale oggi comunica praticamente solo su WhatsApp con i propri membri, io ne sono rimasto tagliato fuori. Così, dopo neppure un mese dalla decisione, ho dovuto reinstallare WhatsApp e riprendere a usarlo, anche se soltanto per i gruppi di cui faccio parte.

Tre anni sono passati, durante i quali ho dovuto, mio malgrado, rendermi conto che WhatsApp è e resta il dominatore indiscusso delle piattaforme di messaggistica. A parte i miei clienti, tutti i contatti nuovi, al netto di quelli via mail, mi sono sempre arrivati su WhatsApp; e così le comunicazioni tanto di lavoro con insegnanti e operatori sanitari (e con gli stessi ragazzi che seguo nello studio!), quanto di servizio con persone le più diverse con le quali devo comunicare via messaggio.

Da appassionato di tecnologia (o geek se vogliamo…), da consulente in tecnologie informatiche, ma anche solo da professionista che vive nel mondo e che necessita di comunicare continuamente e velocemente con decine di figure diverse, non posso certo pormi dei limiti — e porli a chi vuole contattarmi — in nome del principio, ancorché sacrosanto, della privacy e della tutela dei dati.

E così, dopo tre anni dalla “grande decisione” di abbandonare WhatsApp, oggi ho preso un’altrettanto grande decisione: torno a usare WhatsApp! Anche, e anzi soprattutto, per lavoro. Proprio così: ho infatti trasformato il mio normale account in un account business, dedicato appunto a chi usa l’app per lavoro. Offre diversi strumenti studiati apposta per professionisti e aziende, come la possibilità di inserire nel profilo informazioni sul proprio lavoro, di presentare al pubblico un catalogo dei prodotti offerti (nel mio caso, dei servizi), di impostare messaggi automatici, di inviare messaggi broadcast e altro ancora. Andate a dare un’occhiata al mio profilo! Inoltre, essendo WhasApp un’app di Meta, la stessa che detiene Facebook e Instagram, va da sé che sia possibile creare un’integrazione completa tra le tre piattaforme, cosa che sto facendo anche io.

In conclusione: resta assolutamente vero che WhatsApp — così come Facebook e Instagram, e come Google, Microsoft e quant’altri — non rappresenti il massimo in termini di sicurezza dei dati e privacy. In questo Telegram è decisamente più forte, come dimostra la recente vicenda dell’arresto del suo fondatore, Pavel Durov. È però anche vero che io ho bisogno di strumenti in grado di rendermi conoscibile e facilmente reperibile al pubblico, nonché di essere efficiente nella comunicazione e, non meno importante, di rendere la vita più semplice ai miei clienti. Ecco perché torno a WhatsApp, in una veste più professionale.

Ah, dimenticavo: siccome adesso anche WhatsApp — ma questo Telegram lo ha fatto per primo! — offre la possibilità di creare dei canali pubblici, ai quali chiunque sia interessato può iscriversi, ovviamente ne ho creato uno, proprio come avevo già fatto tempo fa su Telegram. Mi trovate quindi anche qui: https://whatsapp.com/channel/0029VaouhObGzzKKyA3NRS31.


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