Un servizio interessante, ma con un’utenza molto limitata. Non serve quando dovrebbe e non è quasi mai preciso e aggiornato
Esattamente due anni fa, stuzzicato dallo spot televisivo interpretato dall’ex campione di Formula 1 Jean Alesi e poi convinto dalle informazioni reperite sul sito web, mi sono abbonato al servizio Coyote, ricevendo il dispositivo da collocare in auto. Per non dilungarmi nelle spiegazioni, rimando i miei lettori a questo articolo, scritto proprio all’inizio della mia esperienza.
L’articolo terminava con la frase «Lo userò per i due anni previsti dalla promozione e poi tirerò le somme». I due anni sono trascorsi, la promozione è finita, e io ho disdetto l’abbonamento. Vi spiego perché.
Coyote è un servizio basato sulla community di utenti: chi si abbona e usa il dispositivo può – e anzi dovrebbe – segnalare tutte le situazioni relative alla circolazione che incontra lungo il percorso (presenza di autovelox, lavori in corso, restringimenti della carreggiata, incidenti, rallentamenti e molte altre). La segnalazione arriva alla centrale operativa che provvede ad inoltrarla ai dispositivi collegati, i quali dunque ricevono la corrispondente allerta.
Se, però, gli utenti sono pochi, va da sé che anche le segnalazioni sono scarse e, come conseguenza, l’utilità del servizio si riduce drasticamente. Ed è proprio questo il problema! Nei due anni in cui sono stato abbonato ho potuto rilevare che soltanto nelle grandi città o lungo le autostrade gli utenti sono in numero sufficiente da garantire segnalazioni attendibili. Solo quando mi recavo a Torino o a Milano il dispositivo mi indicava la presenza nei dintorni di oltre cento utenti; in Valle, non hanno mai superato la decina…
Nella pratica, accadevano situazioni paradossali. Cito due esempi: gli autovelox installati lungo la regionale 20, da Gressan in poi, hanno iniziato a essere segnalati dopo più di sei mesi; e gli onnipresenti lavori in corso lungo la A5 erano puntualmente ignorati.
Il peggio, però, è venuto quando, nell’estate 2019, sono andato in vacanza nel Sud Italia e ho percorso migliaia di chilometri su strade a me completamente sconosciute. Quella era l’occasione in cui Coyote mi sarebbe servito davvero: conoscere i limiti di velocità, sapere dove fossero collocati gli autovelox, essere informato su lavori o altro era ciò di cui avevo bisogno. Invece, il nulla! Nessuna segnalazione, numero di utenti quasi sempre pari a zero, addirittura limiti di velocità errati, anche in autostrada, tanto che più volte ho rischiato di superarli e di incappare negli autovelox, per l’appunto non segnalati.
Come mai tutto questo? Io mi sono fatto un’idea: Coyote è un servizio a pagamento. E ormai ci sono sistemi di assistenza alla guida, sotto forma di app per gli smartphone, decisamente più completi e assolutamente gratuiti. Cito ad esempio l’ottimo Waze, che uso da tempo con grande soddisfazione e che fa tutto quello che fa Coyote e anche molto di più, tra cui agire da eccellente navigatore. (E, detto tra parentesi, anche nel Sud Italia, la scorsa estate, mi ha segnalato tutto correttamente e in tempo reale!)
Coyote, in conclusione, è una buona idea, ma solo questo. Dover pagare per usufruire di un servizio che di fatto non è più utile delle app gratuite non invita certo a sottoscrivere l’abbonamento. In più, non brilla quanto a precisione, cosa che ad esempio Waze invece fa. Infine, non è frequentemente aggiornato. Insomma, per me si è rivelato francamente inutile e dispendioso. Dunque, fine dell’esperienza.
Di Waze, prometto, parlerò in un prossimo articolo. 😉
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