Oggi il mio pensiero è particolarmente triste.
Lasciamo stare colpe, motivazioni, giustificazioni storiche o politiche o quello che volete: non ci riesco proprio a pensarci, adesso.
Guardo solo una cosa: un pazzo scatenato ha bombardato anche un ospedale. Dopo aver bombardato palazzi, scuole, piazze. Tutti obiettivi militari, ovviamente. Perché si tratta di una “missione speciale militare”, ovviamente.
Ma fatemi il piacere!
La gente non ha più una casa, una città, una patria.
La gente muore. Tanta gente. E tanti bambini.
Poi, solo qualche settimana fa ero costretto a sentire e a leggere, con malcelato fastidio, le parole di chi paragonava campagna vaccinale e obbligo di Green Pass alle imposizioni del periodo fascista.
Ma vi rendete conto, adesso? E quello che sta succedendo ad appena duemila chilometri da noi, che cosa sarebbe?
Un pazzo scatenato sta scrivendo una nuova pagina di storia. Anzi no, sta copiando una vecchia pagina di storia, perché così può metterci anche il suo nome, nella storia. Ed essere sicuro che, in futuro, i ragazzi che a scuola studieranno storia lo leggeranno, questo nome, e la vedranno, la sua foto sui libri.
E noi? Noi stiamo a guardare, «percossi e attoniti».
Al telegiornale sento che l’Unione Europea è «preoccupata per le ripercussioni economiche del conflitto in Ucraina».
Ripercussioni economiche.
Non per la morte di migliaia di civili. Per la cancellazione di uno stato, di un popolo, della democrazia.
Che tristezza…
E allora mi chiedo:
— i negoziati non stanno servendo a nulla;
— le sanzioni economiche non stanno servendo a nulla (se non a far “preoccupare” l’Europa; ma per noi);
— anzi, tutto sembra convincere il pazzo scatenato a scatenarsi ancora di più.
Davvero, non abbiamo alcun modo per fermarlo?
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