E la pioggia mattutina di settembre
ebbe il sapore del tempo che scorre;
più greve ti fu l’argomentare
che autunno e autunno ormai erano giunti.
Ma se l’un, pensasti, nel suo corso
ancora all’inverno lascerà poi posto
ed alla primavera,
l’altro non è segno di un ritorno;
e innanzi a te scorgesti la Discesa.
Ma deh! Sorridi!
Non ti crucciare, o Crin d’Argento,
finché il tempo ti concede tempo
per ricordare quello ch’è stato,
per fantasticare su quel che sarà.
Cinquanta stagioni t’ha dato il Divino,
e forza e saggezza e grande costanza
che al viver sereno un sole hanno dato,
e daranno.
E ancora
altre stagioni verranno.
E ancora
ci sarà da lottare
ci sarà da sperare
ci sarà da gioire.
Finché la pioggia mattutina di settembre,
che tornerà venti e venti volte ancora,
non del tuo pianto sarà lacrima leggera
per la Discesa che hai davanti, o Crin d’Argento,
ma del tuo riso, perché lunga e faticosa
sarà la Salita che potrai vedere dietro
e che avrai vinto.
23 settembre 1993.
Composta in occasione del cinquantesimo compleanno di mio padre.
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