La notizia è di questi giorni: il Ministero dell’Istruzione ha emanato l’ordinanza che stabilisce le modalità di svolgimento degli esami di Stato per il 2021, sia quello a conclusione della scuola secondaria di primo grado (la vecchia «terza media»), sia quello alla fine della scuola secondaria di secondo grado (la «maturità»).
Entrambi gli esami prevedono il solo colloquio orale, durante il quale gli studenti esporranno un elaborato — la già nota «tesina» —, sviluppato scegliendo tra più tipologie, concordato con i docenti del consiglio di classe e, nel caso del secondo ciclo, quelli titolari dell’insegnamento delle discipline di indirizzo. Questa tesina dovrà essere conclusa entro il 7 giugno per gli esami di terza media ed entro il 31 maggio per gli studenti delle superiori.
L’argomento dell’elaborato verrà assegnato individualmente a ciascun alunno dai propri insegnanti e lo stesso elaborato potrà avere varie forme: dalla tesina scritta alla presentazione su slide, dal prodotto multimediale (ad esempio un video) a quello manuale (ad esempio un disegno, un progetto e quant’altro, in particolare nelle scuole superiori). Ciascuno studente, poi, sarà seguito nella preparazione da un singolo docente, che fungerà da “tutor” d’esame.
Nell’esame di maturità la presentazione dell’elaborato sarà seguita dall’analisi di un testo di letteratura italiana e di ulteriori materiali predisposti dalla commissione — che sarà interna, con il solo presidente esterno — in base al tipo di indirizzo della scuola.
Non ci sarà, quindi, alcuna prova scritta. Si terranno invece le prove Invalsi, ma la partecipazione ad esse non sarà requisito per l’ammissione all’esame.
Un esame più sereno per gli studenti con DSA
Questa modalità d’esame rappresenta senza dubbio una facilitazione di non poco conto per gli studenti con disturbi dell’apprendimento. Per loro, le prove scritte hanno sempre costituito uno “scoglio” davvero faticoso da superare, allo stesso modo delle verifiche scritte durante l’anno scolastico, ma con difficoltà ulteriori.
Infatti, tanto per citare l’aspetto più importante, le prove d’esame sono uguali per tutti gli studenti e i ragazzi con DSA non possono contare su compiti differenziati alla stregua di quelli cui hanno invece diritto durante l’anno. Questo si è sempre tradotto in una maggiore complessità nello svolgimento soprattutto delle prove d’indirizzo alla maturità, in quella di matematica alle medie e, per tutti indistintamente, degli scritti in francese e inglese.
Non solo non ci sarà, quindi, l’enorme “scoglio” degli scritti. In più, il fatto che l’elaborato da discutere all’esame venga assegnato a ciascun ragazzo individualmente fa sì che, finalmente, ogni studente con DSA — ma anche con BES, questa volta sì! — possa realizzare qualcosa che sia davvero adeguato a lui, al suo percorso di studi, alle sue difficoltà e soprattutto ai suoi punti di forza e alle competenze acquisite negli anni.
La presenza del docente tutor, infine, costituirà il fattore determinante di una preparazione all’esame finalmente serena e anche stimolante, che — ne sono certo — sarà ben diversa da quella preoccupata e faticosa degli anni scorsi. Così come sono certo che, lavorando su un prodotto individuale e “su misura” — che potrà sicuramente tenere conto delle caratteristiche del singolo ragazzo —, ciascuno studente con certificazione potrà dare il meglio e, alla fine, trarre soddisfazione dal proprio esame.
Cosa che, al di là della valutazione numerica, dovrebbe essere l’obiettivo di ogni sistema scolastico evoluto.
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