L'Homo Italicus ha una propensione piuttosto scarsa a rispettare le regole. Anche quando indossa una divisa.

 

 

Ad Aosta vige l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto nelle vie del centro. Può piacere o non piacere, può sembrare utile o dare fastidio, ma non è questo il punto: è un obbligo, sancito dalla nostra amministrazione comunale. E, come tale, va rispettato e basta.

Poi però sappiamo bene che l’Homo Italicus ha una propensione piuttosto scarsa a rispettare le regole. Ancor più quando si tratta di regole “imposte” per far fronte alla pandemia da Covid-19. E qui mi fermo, perché se no quello che deve essere un pensiero in punta di penna si trasformerebbe inesorabilmente in un fiume di parole con relative cascate di montagna.

Quindi, data per certa tale propensione al non rispetto delle regole, va da sé che in qualche modo occorre farle rispettare. Ad esempio, collocando qualcuno — per dire: le forze dell’ordine — a controllare che le regole vengano, appunto, rispettate.

Abito in collina e lavoro in periferia: ho quindi poche occasioni per camminare “in via”, come si dice da noi. Stamattina questa occasione l’ho avuta, ancorché breve: da piazza della Repubblica (o della Lupa, se preferite) a piazza Chanoux e successivo ritorno. Ebbene, a indossare la mascherina lungo le vie Aubert e De Tillier era certo la maggioranza dei passanti — e questo è bene —, ma molte, davvero troppe persone non l’avevano, in spregio totale dell’ordinanza che proprio in piazza Chanoux ha visto la luce.

In particolare, i giovani: tra i quali un’intera classe di scuola superiore, con tanto di insegnanti al seguito, rigorosamente tutti senza mascherina. Poi quelli al cellulare — ma vi assicuro che, anche con la mascherina, parlare al telefono si può… —, poi quelli che chiacchierano tra di loro, poi quelli che io la tengo sotto il mento (però ce l’ho), poi quelli né al cellulare né che chiacchierano né che la tengono sotto il mento, ma non ce l’hanno e basta.

Allora, dicevo, visto che la gente le regole non le rispetta, mettiamo qualcuno a vigilare. Ad esempio, un vigile urbano. Ecco, appunto: ne ho incrociata una, di agente della Polizia Municipale. Che camminava tranquillamente con ventiquattr’ore appesa alla mano. Che quindi non era certo lì per vigilare sull’uso della mascherina in via. Neppure della sua, direi.

Già: non la indossava nemmeno lei.

Il buon esempio…

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