AMMETTO che questo articolo è decisamente più “tecnico” rispetto a quelli che scrivo di solito. Ma tant’è: ho scoperto una situazione che rappresenta un potenziale problema per gli studenti con disturbi dell’apprendimento, in particolare la dislessia, quindi non posso fare a meno di parlarne con voi lettori, affinché ne siate informati.
Forse pochi di voi, così di getto, sanno che cosa siano le «legature», se usiamo questo termine nel contesto della stampa, in particolare dei libri. Allora prima di tutto ve lo spiego, poi passo a illustrarvi il problema che ho individuato.
Che cosa sono le «legature»?
Si tratta di una peculiarità stilistica dei testi stampati — ma, ultimamente sempre di più, anche dei testi che troviamo online: post, articoli, pagine di siti… — in base alla quale alcune lettere vengono riprodotte unite, appunto legate, in modo da risultare visivamente più piacevoli. Tale caratteristica ha derivazioni storiche: discende infatti dagli antichi manoscritti, dove si usava legare alcune lettere con linee curve e decorative, così da apparire elaborate e “ricercate”.
Se fino a molti anni fa le legature nei testi stampati erano numerose, oggi si sono ridotte a un numero molto limitato. Nello specifico, nella lingua italiana riguardano soltanto la lettera f
quando è unita a un’altra f
, alla i
e alla l
. Vediamole insieme.
Lettere senza legatura
ff | fi | fl | ffi | ffl |
Lettere con legatura
ff | fi | fl | ffi | ffl |
Alcuni esempi
affetto | fiume | fluente | soffitto | afflusso |
affetto | fiume | fluente | soffitto | afflusso |
Meno sovente si trova, ma esiste, la legatura della t
quando è doppia; nella lingua inglese è diffusa la legatura tra la T
maiuscola e la h
, tra la s
e la t
, tra la f
e la t
.
Come si può immaginare, nella scrittura al computer ciascuna legatura (coppia o tripletta di lettere) costituisce un carattere unico, non l’unione di due o tre caratteri diversi; è il software di videoscrittura usato che si occupa di “scegliere” il carattere di legatura giusto nel momento in cui chi scrive digita sulla tastiera la sequenza di lettere. Ad esempio, LibreOffice lo fa, e lo fa anche Google Documenti; giusto per la cronaca, lo fa anche il compositore di testo di WordPress del mio sito web.
Non tutti i font — cioè, i tipi di scrittura — contengono i caratteri delle legature. Faccio qualche esempio: il diffusissimo Calibri, il Cormorant Garamond e il Cardo di Google, Adobe Garamond (font commerciale molto usato nei libri di testo) li hanno; invece, i vecchi — ma ancora molto usati — Arial e Times New Roman, il Liberation Sans (di default in LibreOffice) e il Biancoenero ad alta leggibilità (il font che uso nel mio sito) non li hanno.
Legature & DSA: il problema vecchio
Una delle più importanti regole per la creazione di testi adeguati alle difficoltà di lettura di bambini e ragazzi dislessici è l’utilizzo di caratteri ben spaziati tra loro e riconoscibili; meglio ancora sarebbe l’utilizzo di specifici font ad alta leggibilità — ne ho parlato in questo articolo, al quale vi rimando —, come l’eccellente Biancoenero (quello del mio sito) o l’OpenDyslexic.
Va da sé, quindi, che i font che contengono le legature sono assolutamente da evitare. Le legature creano confusione a un dislessico, che già fatica a riconoscere e unire mentalmente le lettere per formare le singole parole. Guardate gli esempi che ho riportato prima: le parole con le legature sono molto meno riconoscibili rispetto a quelle senza; in particolare, la legatura fl
si può confondere con una A
maiuscola, mentre il gruppo ffl
costituisce qualcosa di praticamente illeggibile, specie se inserito in una parola non comune (la parola afflusso del mio esempio non è casuale…).
Eppure, molti editori usano le legature nei libri di testo scolastici, dimostrando ben poca attenzione — e, forse, ben poca conoscenza delle loro difficoltà e delle loro esigenze… — per gli studenti con disturbi dell’apprendimento, in particolare della lettura. D’altra parte, è sotto gli occhi di tutti che i libri di testo scolastici non utilizzano font ad alta leggibilità — cosa che, secondo me, dovrebbe invece essere una regola imposta dal MIUR a tutti gli editori: e poi parliamo di inclusività! —, che vengono riservati alla “nicchia” di alcuni (pochi, sul totale) libri esistenti dedicati specificamente agli alunni con DSA (di solito i libri semplificati), e ai riassunti e alle mappe presenti alla fine di ciascun capitolo di alcuni libri generici. Come se i ragazzi dislessici leggessero solo riassunti e mappe (e questi servissero solo ai ragazzi dislessici) e non il resto del libro… Non ho parole!
Ma è un discorso lungo: avrò modo di affrontarlo più avanti in un articolo specifico.
Legature & sintesi vocale: il problema nuovo
Gli studenti dislessici, per compensare le difficoltà di lettura, possono utilizzare il computer con la sintesi vocale. Qui sul mio sito ne ho parlato in lungo e in largo: rimando i miei lettori che vogliano approfondire l’argomento ai tanti articoli che ho scritto in merito.
La sintesi vocale, in particolare, offre la possibilità di leggere i libri digitali; quindi potremmo affermare che il problema dei libri di testo scritti con font di difficile lettura e magari con le legature venga risolto grazie alla lettura da parte del computer.
E invece no! Anni di uso intensivo, con i ragazzi che frequentano il mio studio, dei libri digitali e dei software che ne consentano la lettura tramite sintesi vocale mi hanno consentito di “scovare” un secondo problema legato alle legature (gioco di parole voluto!). E dire che di questa situazione non ho trovato nulla cercando in rete: che nessuno se ne sia accorto? Non penso. Che nessuno, pur accorgendosene, ne abbia mai scritto? Può essere. Che nessuno si sia mai preso la briga di parlarne perché è un argomento troppo “di nicchia”? Ecco, sì, penso che questa sia la risposta esatta!
Il problema è che le sintesi vocali non leggono correttamente le legature.
In sostanza, quando il software di lettura incontra una parola che contiene una legatura, la legge sbagliata, solitamente non interpretando la legatura e leggendo o soltanto la f
, oppure proprio una parola diversa, ovviamente senza senso.
Del problema mi sono accorto usando PDF-XChange Editor, il software di gestione dei documenti in PDF di cui parlo in questa pagina del sito, tra gli strumenti compensativi da me consigliati agli studenti con DSA. Però si presenta anche con LeggiXme, con Adobe Acrobat Reader e, in generale, con tutti i software di lettura.
Quindi il problema non è legato al software, bensì al “motore” della sintesi vocale: si presenta puntuale anche usando voci diverse — io ho provato con la voce espressiva commerciale Federica, con quella di default di Windows Elsa, e anche con la vecchia Lucia —, pur se con risultati differenti. Ogni voce, infatti, legge la parola con legatura in modo diverso. Non mi dilungo spiegandovi le ragioni tecniche di questo fatto: vi basti sapere che il problema esiste!
La conseguenza è purtroppo più importante di quanto si possa pensare. Un ragazzino con dislessia seria, il quale fatichi davvero a leggere un libro stampato, ne ascolterà la versione digitale per mezzo della sintesi vocale; se il libro contiene legature, molte parole verranno pronunciate male e il ragazzino non le capirà o, quanto meno, verrà sovente distratto dagli errori che sentirà, con ovvie ripercussioni sull’efficacia dell’ascolto.
Una precisazione
Attenzione però, una precisazione si rende fondamentale! Il problema che vi ho illustrato in questo articolo si presenta unicamente con la lettura di documenti in formato PDF, tra i quali appunto i libri digitali in dotazione agli studenti con DSA.
La lettura delle legature è invece assolutamente corretta quando avviene su un documento di testo. Ho provato a scrivere parole con legature in un documento di LibreOffice e in uno di Google Documenti: in entrambi i casi la sintesi vocale le ha lette correttamente. Aggiungo che su Google ho usato la sintesi vocale di Google stesso, tramite l’estensione ClaroRead.
Analogamente, anche le legature sui siti web vengono lette correttamente, sia da LeggiXme che dalla sintesi di Google. Provate voi stessi: se evidenziate con il mouse le parole di esempio che ho scritto prima, la sintesi vocale inclusa nel mio sito le leggerà correttamente.
Tuttavia, dopo aver esportato in PDF i due documenti creati, rispettivamente, con LibreOffice e con Google Documenti, ho provato a leggerli e… il problema si ripete! Le parole con legature mandano in tilt le sintesi vocali, che le leggono a caso (peraltro, con risultati diversi nei due documenti). A conferma del fatto che è il formato PDF a “combinare” qualcosa alle legature, tanto da non farle “digerire” alle sintesi vocali.
Esiste una soluzione?
Non lo so. Se c’è, non ne sono a conoscenza e, come vi dicevo, non ho trovato in rete nulla sull’argomento. Almeno, non fino a oggi… State certi che continuerò a cercare e ad approfondire la questione, perché la ritengo importante.
L’ideale, comunque, sarebbe che tutte le case editrici di libri di testo scolastici iniziassero a produrre libri davvero inclusivi: con font ad alta leggibilità, formattazione di testo e paragrafi adatta a studenti con difficoltà di lettura, senza legature e così via. È chiedere troppo?
Il video
Nel video qui sotto, che trovate anche sul mio canale YouTube e su Instagram TV, illustro visivamente tutto quello di cui ho parlato in questo articolo.
Foto di copertina: Prove testi e legature del GFT Venexiano (2007), per gentile concessione di Giangiorgio Fuga, https://blog.giofugatype.com.
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