Questi pensieri in punta di penna sono in ritardo sul mercoledì della scorsa settimana. Oppure sono in anticipo sul mercoledì di questa settimana, fate voi. Ma non avrei potuto non scriverli oggi…
Abbiamo intervistato — in esclusiva mondiale a Zona Bianca, volete mettere che orgoglio? — il ministro degli esteri russo Lavrov.
Gli abbiamo chiesto la sua versione della guerra in Ucraina.
Mi chiedo: noi Italiani, ne avevamo davvero bisogno?
Ci aspettavamo forse che ci dicesse: «Avete ragione voi, la guerra in Ucraina è un errore madornale del mio capo Putin. Stiamo trucidando migliaia di civili inermi. Stiamo torturando gli uomini, stiamo violentando le donne e le bambine. Stiamo radendo al suolo città e villaggi. Scusateci.»?
Ovviamente, non ha fatto altro che ribadire la posizione sua e del suo capo, aggiungendo che noi Italiani non sappiamo più distinguere il bianco dal nero.
Infatti, ha ragione: lo abbiamo intervistato, forse pensando di intervistare un uomo, dimenticandoci che costui — proprio come il suo capo — non merita neppure la nostra considerazione più lontana.
Un nonsense.
Mi chiedo: se Zona Bianca fosse esistita ai tempi del nazismo, avremmo intervistato von Ribbentrop e gli avremmo chiesto se, per caso, i tedeschi stessero trucidando milioni di ebrei nei campi di concentramento?
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