Quest’anno ho avuto il piacere di lavorare in studio con due ragazzi e una ragazza che hanno frequentato la 3a media e che ho quindi, in particolare, aiutato a prepararsi per l’esame. Due di loro hanno disturbi specifici dell’apprendimento e comunque tutti e tre partivano da situazioni di profitto piuttosto problematiche. Tutti e tre, però, avevano una grande voglia di migliorare e di sostenere un buon esame.
Per questo, ho fatto tutto quello che era in mio potere per aiutarli davvero, per sostenerli, per valorizzarli. Ho fatto riunioni a scuola con i rispettivi insegnanti – anche più di una – per tracciare “percorsi possibili”, per concordare programmi, tracce e modalità d’esame; ancor prima, durante l’anno scolastico, ho portato a scuola le équipe sanitarie per presentare ai docenti le difficoltà dei ragazzi e individuare le strategie didattiche più opportune; abbiamo lavorato sodo in studio, leggendo testi, facendo ricerche su web, scrivendo tracce e mappe concettuali, svolgendo esercizi, simulando prove INVALSI, ripetendo la presentazione orale, provando e riprovando; ho tenuto contatti con gli insegnanti per monitorare l’andamento dei ragazzi. Abbiamo faticato, abbiamo affrontato soddisfazioni e delusioni, ci siamo incontrati con molti insegnanti disponibili e scontrati con altri che disponibili proprio non erano, abbiamo mangiato merende e bevuto succhi di frutta, ci siamo arrabbiati, ci siamo dati pacche sulle spalle, a volte ci siamo stufati, ma non abbiamo mai mollato.
Alla fine, tutti e tre hanno superato l’esame. E a settembre andranno alle superiori, come hanno indubbiamente meritato.
Piccole grandi gioie di un tutor…
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