Quelli che… il cellulare lo tengono anche in chiesa, durante la Messa, rigorosamente acceso e con la suoneria attiva.
Io, che lo metto in modalità silenziosa, non ricevo mai alcuna telefonata durante la Messa.
Puntualmente invece, quelli che dicevo prima vengono chiamati, e manco a farlo apposta durante le letture, mai durante un canto.
Così che la suoneria si sente proprio bene, e disturba davvero tanto, e distrae anche il lettore di turno.
E poi?
E poi se suona il proprietario stacca, direte voi.
Niente affatto: quelli che dicevo prima lasciano suonare a lungo questo cellulare – le donne devono cercarlo in fondo alla borsa, gli uomini capire se a suonare è il proprio o quello della moglie -, e poi rispondono. In chiesa, durante la Messa.
E rispondendo si avviano verso l’uscita, lentamente e parlando con chi li ha chiamati, mica dicendo “sono a Messa, aspetta un attimo”. No. Iniziano la conversazione come se fossero da soli a casa loro, non con cento persone costrette ad ascoltare. Ad ascoltare loro anziché la lettura in corso.
E io mi chiedo: davvero queste donne in carriera e questi uomini impegnati – età media: 70 anni – devono essere sempre reperibili, anche a Messa (18.30 del sabato sera oppure 11 della domenica mattina…), e rispondere a chi li chiama?
Davvero non possono silenziare il loro maledetto cellulare o almeno, per rispetto di tutti, non rispondere e staccare subito se suona?
Poi ci lamentiamo – non in tanti, per la verità… – perché i ragazzini tengono il cellulare a tavola e scrivono messaggi mentre mangiano.
A ciascuno, il suo bisogno di reperibilità.
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