Qualche giorno fa ho scritto della mia intenzione di tornare a Mozilla Firefox dopo il lancio dell’ultima versione, Quantum. Detto fatto, l’ho aggiornato su tutti i miei computer e installato sullo smartphone, così da usarlo davvero quotidianamente e a fondo. Bilancio: positivo. Veloce, reattivo, personalizzabile, sicuro.
Però, c’è un però. Il sistema di download, la nuova scheda, la gestione dei documenti esterni, l’incompatibilità con alcuni siti – ebbene sì: l’applicazione Quaderno elettronico delle scuole superiori non funziona con Firefox; non sarà giusto, ma tant’è, e io ho bisogno di usarla e non posso aprire Chrome ogni volta solo per questo… –, la grafica. Piccole cose che, dopo anni di utilizzo del browser di Google, noto e non mi convincono tanto.
Questione di abitudine, sicuramente. Ma pure le abitudini sono importanti, specie quando internet si deve usare anche per lavoro e la rapidità (non del browser, ma dell’utilizzatore!) conta.
Quindi, in definitiva: il nuovo Firefox Quantum è davvero un ottimo browser, per tutti i motivi che ho spiegato nel precedente articolo. Ma io rimango con Chrome, ancorché sia close source e sviluppato da una grossa azienda anziché da una comunità no-profit; perché funziona bene e perché lo conosco come le mie tasche.
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