Ultimo capitolo della mia mini-guida dedicata al rientro a scuola dei ragazzi con disturbi dell'apprendimento. È molto importante riattivare non appena possibile i contatti con i docenti, perché l'estate porta consiglio!

 

 

Back to school – 3ª puntata

Ultimo capitolo della mia mini-guida dedicata al rientro a scuola dei ragazzi con disturbi dell’apprendimento. È molto importante riattivare non appena possibile i contatti con i docenti, perché l’estate porta consiglio!

È evidente che questa mia mini-guida, fatta eccezione per alcuni aspetti di dettaglio, potrebbe essere utile anche ai genitori degli alunni senza disturbi dell’apprendimento. La puntata di oggi, in particolare, si rivolge un po’ a tutti i genitori; ma va da sé che per quelli che hanno figli con DSA quello che dico riveste un’importanza maggiore.

Per iniziare bene il nuovo anno scolastico è fondamentale riprendere il dialogo con gli insegnanti. Il che significa contattarli, direi io, non più tardi della seconda settimana di scuola — lasciate stare la prima, gli insegnanti sono molto occupati a inizio anno! —, senza comunque attendere i colloqui formali organizzati dalla scuola.

I motivi per cui sentirli a inizio anno scolastico sono essenzialmente questi:

  • riferire loro il lavoro svolto dai vostri figli durante le vacanze: agli insegnanti interessa sapere se i ragazzi hanno svolto i compiti in autonomia o con l’aiuto dei genitori o con un supporto esterno alla famiglia; e interessa sapere se li hanno svolti tutti o in parte e, in questo caso, perché;
  • informarli sulle eventuali difficoltà incontrate nello svolgimento dei compiti, nello studio o ripasso, nel reperimento delle informazioni utili o del materiale necessario: è fondamentale che gli insegnanti conoscano nel dettaglio il livello di apprendimento raggiunto dagli alunni, comprendano i problemi incontrati e sappiano quali degli esercizi assegnati non sono stati svolti in quanto non capiti;
  • informarli su eventuali cambiamenti occorsi durante gli ultimi tre mesi, sia a livello clinico — nel caso in cui, ad esempio, sia stata fatta una rivalutazione — che operativo, come nel caso in cui i ragazzi abbiano seguito corsi estivi, abbiano frequentato un doposcuola e così via; per questa parte è sufficiente parlare con l’insegnante prevalente (in scuola primaria) o con il coordinatore di classe (in scuola secondaria).

Un dialogo proficuo con gli insegnanti, oltre che a tenerli aggiornati su quanto fatto in estate, serve a gettare le basi per il lavoro del nuovo anno.

Il mio consiglio, se vostro figlio frequenta la scuola primaria, è di fare una chiacchierata telefonica con il maestro o la maestra prevalente, chiedendo un piccolo incontro con tutto il team docenti qualora doveste riferire informazioni importanti utili a tutti.

Se, invece, frequenta la scuola secondaria di primo grado, contattate via mail o telefonicamente il coordinatore o la coordinatrice di classe per le informazioni generali, che condividerà poi con i colleghi; e sentite individualmente gli insegnanti cui sia necessario riportare informazioni specifiche. Ad esempio, se nelle vacanze vostro figlio non è riuscito a fare i compiti di inglese o ha seguito un corso di rinforzo della lingua, è con l’insegnante di questa materia che dovrete fare una chiacchierata informativa.

Se vostro figlio frequenta la scuola secondaria di secondo grado, sarebbe bene che fosse lui in prima persona a parlare con gli insegnanti di quello che ha fatto o non ha fatto durante l’estate e delle difficoltà che ha incontrato. Alle superiori il rapporto tra docenti e alunni, specie con DSA, deve essere il più diretto possibile, perché è ciò che i docenti si aspettano ed è educativo per dei ragazzi ormai grandi.

Con gli insegnanti nuovi fatevi sentire non appena riuscite: hanno bisogno di conoscere vostro figlio e le sue caratteristiche.

Come spunto finale, va da sé che tutto quanto vi ho suggerito oggi sia non solo importante ma fondamentale nel caso di insegnanti nuovi. Hanno bisogno di conoscere i loro alunni, in particolare quelli con una diagnosi o difficoltà di qualunque tipo, e non si può attendere il colloquio parenti, né si può dare per scontato che leggano le relazioni cliniche oppure ottengano un passaggio di consegne da chi li ha preceduti. Con loro, quindi, fatevi sentire e conoscere non appena potete e raccontate per filo e per segno non solo (e non tanto) che disturbi ha vostro figlio — quelli si leggono nella certificazione —, ma anche (e soprattutto) come lavora, con quali strategie, con quali strumenti, con quali limiti e con quali potenzialità.

Un dialogo proficuo con gli insegnanti fin dall’inizio dell’anno scolastico non potrà che giovare per tutti i successivi nove mesi, e facilitare il lavoro di chi, magari a volte sbagliando, si occupa quotidianamente di trasmettere ai vostri figli conoscenze e competenze, con fatica e impegno.

Inutile dirvi — ma lo faccio, non si sa mai… — che io sono sempre disponibile a incontrare gli insegnanti insieme a voi o a sentirli via mail o telefono, sia per gli aspetti di cui vi ho parlato finora, sia per un approccio più “tecnico” rispetto al lavoro svolto insieme ai vostri figli durante l’estate. Non esitate quindi a contattarmi!

Si conclude qui questa mini-guida, con l’auspicio che sia stata utile e che questo anno scolastico inizi e prosegua nel migliore dei modi: per voi genitori, per i vostri figli e per tutti gli insegnanti. Buon anno!


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