Buona affluenza di pubblico venerdì 5 maggio nella sala consiliare del comune di Sarre, dove io, Laura Menzio e Claudia Corazza abbiamo tenuto la serata su «Difficoltà nello studio e disturbi dell’apprendimento»: oltre trenta i presenti, un terzo dei quali insegnanti, la maggioranza genitori, infine qualche operatore. Due ore serrate di condivisione di informazioni, di appassionato confronto, di acceso dibattito hanno costituito il successo del mio (e nostro) primo evento pubblico e hanno offerto spunti per future iniziative della nascente associazione di professionisti.
Dopo il mio intervento di apertura con i saluti ai presenti e una breve introduzione alla serata, la logopedista Laura Menzio ha parlato di come si distinguono i disturbi dell’apprendimento dalle più comuni difficoltà nello studio: la loro classificazione, le loro cause, le loro caratteristiche; ha poi illustrato il percorso diagnostico e i professionisti coinvolti. Io ho condotto il secondo intervento affrontando con i presenti quello che viene dopo la diagnosi, cioè tutto quello che costituisce la quotidianità di un ragazzo con DSA e della sua famiglia: dai rapporti con la scuola e la stesura del PDP – e la sua non sempre corretta applicazione – alle norme di legge in materia, dal pressoché sconosciuto (e infatti sconosciuto a quasi tutto il pubblico in sala) diritto all’indennità di frequenza all’opportunità di un percorso di studio assistito, fino agli strumenti compensativi e alla necessità di conoscerli e sapere usarli correttamente. Il terzo intervento, curato dall’educatrice Claudia Corazza, si è focalizzato sulle strategie di lavoro con i ragazzi in difficoltà e su esempi pratici tratti dal servizio di doposcuola gestito da lei e da Antonella Poliani a Sarre.
Gli interventi e le domande del pubblico sono stati numerosi, interessanti e stimolanti. In particolare, il dibattito ha riportato in luce l’annosa questione del mondo della scuola di fronte ai DSA: da una parte i genitori, che lamentano la scarsa competenza di taluni insegnanti nel riconoscere gli alunni con evidenze di disturbi dell’apprendimento e, successivamente ad una diagnosi, nell’applicare correttamente il PDP e nel fornire i giusti aiuti ai ragazzi certificati; dall’altra parte gli insegnanti, che lamentano una scarsa formazione specifica, difficoltà oggettive nel farsi carico di problemi che richiedono strategie didattiche non sempre alla loro portata e anche, spesso, la scarsa collaborazione di taluni genitori nel riconoscere le difficoltà dei propri figli e, quindi, nell’avviarli ad un percorso di valutazione.
Si tratta di temi, questi e altri, che meritano sicuramente ulteriori approfondimenti e nuove occasioni di incontro. Nel frattempo, però, nei prossimi giorni vedrà la luce la nostra associazione.
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