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Le scuole hanno tempo fino a fine novembre per predisporlo, ma è meglio muoversi per tempo

Dopo che un bambino o un ragazzo ha ricevuto diagnosi di DSA, la famiglia deve inoltrare alla scuola tutta la documentazione medica relativa al disturbo, in particolare la certificazione rilasciata dal neuropsichiatra infantile dell’USL – ricordo a tal proposito che la valutazione può essere effettuata anche in privato, come ad esempio presso la nostra associazione Il Prisma, tuttavia la certificazione può essere rilasciata solo dalla struttura pubblica –, la quale consente di accedere al sistema di aiuti previsto dalla legge 170 del 2010.
La scuola ha tempo fino alla fine di novembre per redigere il piano didattico personalizzato (PDP); questo, ovviamente, se si tratta di un alunno la cui certificazione è pervenuta entro l’inizio dell’anno scolastico, oppure del rinnovo del PDP di un alunno già certificato prima. Sottolineo che il consiglio di classe deve convocare i genitori dell’alunno e presentare loro il PDP, che deve essere accettato e sottoscritto dai medesimi per acquistare validità e quindi essere messo in pratica. Tuttavia, molto spesso le scuole adottano una procedura un po’ “sbrigativa” e fanno firmare il documento velocemente, senza dare modo ai genitori di portarlo a casa e leggerlo con calma, asserendo che «tanto poi, se qualcosa non va, si può modificare successivamente».
Il mio consiglio è invece quello di chiedere di portare a casa il PDP, esaminarlo, se del caso insieme ad un operatore qualificato (che può essere il neuropsichiatra che ha stilato la diagnosi, il logopedista oppure un consulente specifico come me) e poi riportarlo firmato o con le opportune indicazioni di modifica. Questo suggerimento è ancor più importante quando si tratti di un PDP nuovo, il primo cioè dopo la consegna in segreteria della certificazione di DSA. In questo caso sarebbe addirittura meglio – e per me è la prassi con i clienti nuovi appena diagnosticati – chiedere uno specifico incontro con la scuola per confrontarsi e condividere le misure da inserire nel PDP prima della sua redazione a cura del consiglio di classe. Molte istituzioni – per fortuna la maggioranza di quelle con cui mi sono trovato finora a interagire –, dimostrando grande attenzione e disponibilità, mi consentono di incontrare gli insegnanti prevalenti (primaria) o il consiglio di classe (secondaria), da solo o insieme al neuropsichiatra e/o al logopedista, per un confronto dettagliato su quanto inserire nel documento. Altre scuole, purtroppo, impediscono tali incontri: in questo caso consiglio allora ai genitori di insistere per avere il PDP, così da vederlo comunque insieme prima di firmarlo.
Incontri di questo tipo sono sempre estremamente utili nell’interesse dei bambini e dei ragazzi, ma anche degli insegnanti che se ne occupano; ancor di più se si tratta della prima classe di un nuovo ciclo scolastico, laddove i docenti non conoscono ancora l’alunno e possono davvero acquisire informazioni e consigli da chi (appunto gli operatori sanitari o il consulente DSA) invece lo segue magari da alcuni anni.

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