Per lavorare su questo progetto mi servo della seguente dotazione hardware e software.
Enterprise, il computer principale
Il mio computer principale è Enterprise, un pc desktop da me assemblato con processore Intel Core i5-6500 a 3.2 GHz, 32 GB di RAM DDR4, SSD Samsung da 250 GB, monitor Philips da 43”. Il sistema operativo è
Linux Manjaro 21.2 «Qonos» a 64 bit, con kernel 5.16.2-1.MANJARO e desktop KDE Plasma 5.23.5. Uso questa macchina per tutta la parte principale dell’attività: le ricerche e lo studio online di materiale,
distribuzioni, software, esperienze; la gestione del mio sito con le pagine dedicate al progetto, nonché degli account e delle pagine social; infine, ovviamente, la scrittura delle pagine e degli articoli e il testing della distribuzione
in corso di realizzazione. Per navigare sul web utilizzo Mozilla Firefox, che è il mio browser predefinito nonché quello di default su Manjaro, così come su praticamente tutte le distribuzioni Linux moderne. Scrivo
pagine e articoli non attraverso l’interfaccia grafica del mio CMS WordPress — sarebbe troppo semplice e poco adatto alla mia volontà di ottenere le pagine esattamente come le voglio io! —, bensì direttamente in codice HTML
servendomi dell’eccezionale editor Kate. Per testare il work in progress utilizzo una macchina virtuale di VirtualBox.
La macchina virtuale
Ho creato una macchina virtuale con VirtualBox, assegnandole un processore single-core, 1 GB di RAM (ricordo a tutti che la mia distribuzione deve poter girare su computer anche poco performanti), 128 MB di memoria grafica, hard disk SATA da 60 GB. Il
sistema operativo è Xubuntu 18.04 LTS «Bionic Beaver» (l’ultimo rilascio disponibile) a 64 bit, con kernel 4.15.0-34-generic e desktop Xfce 4.12.1. In sostanza, questa macchina virtuale rispecchia in pieno il computer “minimo” cui la mia distribuzione è destinata,
secondo la logica per cui ormai configurazioni minori di questa non esistono più e se il sistema funziona bene con queste caratteristiche hardware, sicuramente funziona ancor meglio su macchine più recenti e prestanti. La virtual machine
viene tenuta costantemente aggiornata al rilascio di Xubuntu più recente e alle versioni più recenti dei pacchetti software, così che io possa testare il corretto funzionamento di tutto il sistema con il passare del
tempo e delle distribuzioni.
Hillinux, il computer di prova
Ho presentato Hillinux in
questo articolo. Donatomi dalla dott.ssa Patrizia Bellino — neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, al tempo contitolare con me dello Studio Arcobaleno, ma prima di tutto mia cara amica — quando lo ha sostituito con uno nuovo,
è un portatile Asus con processore AMD Sempron 3400+ a 1.8 GHz, 1 GB di RAM DDR2, hard disk Seagate da 80 GB, schermo da 15”. Insomma, caratteristiche hardware praticamente identiche a quelle della macchina virtuale (eccezion fatta
per la CPU), dunque perfette per sperimentare al meglio la mia distribuzione. Ovviamente, identico è anche il sistema operativo: Xubuntu, qui però ancora nel rilascio 16.04 LTS «Xenial Xerus» a 32 bit, il primo che ho installato su questa macchina e che preferisco mantenere senza aggiornarlo ancora per un po’, con kernel 4.15.0-36-generic e desktop Xfce 4.12.1. Lo scopo di questo notebook è di ospitare la versione potenzialmente “definitiva” della mia distribuzione:
installo e testo diversi software e sperimento diverse configurazioni sulla macchina virtuale; poi, quando ho trovato gli uni e le altre che ritengo ideali e che funzionano come io voglio, li replico su questo computer fino a che il sistema sarà completo.
Solo allora — ma ci vorrà ancora tanto, tanto tempo… — mi dedicherò ad aggiornare tanto la distribuzione quanto i pacchetti software alle ultime versioni, prima dei test finali e il rilascio definitivo della versione Alfa della mia distro.